JOY-CON cartone e fantasia arriva Nintendo LABO!

Nintendo ha annunciato che il 27 aprile immetterà sul mercato LABO, un’idea che mescola gioco tradizionale e videogioco in un assetto completamente innovativo.

Il cartone vivrà la sua rinascita come materiale di divertimento? Quanto l’industria cartotecnica può contribuire allo sviluppo di nuovi giochi educativi?

NINTENDO LABO TIRA FUORI IL BAMBINO CHE È IN NOI

Si evolvono le tecnologie e con esse anche la cultura del gioco.

I bambini di oggi sono i cosiddetti “nativi digitali”, venuti al mondo con l’Ipad in mano che sanno perfettamente come fare lo swipe in uno slideshow, come postare una foto su instagram o distruggere palazzi e volare a velocità supersonica nel videogioco all’ultimo grido.

Decisamente un altro mondo rispetto a chi è nato nei tempi in cui si giocava con le figurine Panini o si costruivano maschere di cartone con cui rincorrersi per le vie sotto casa.

Cosa può rappresentare il ponte tra più generazioni con diversi modi di intendere il divertimento?

La Nintendo, azienda di Kyoto leader nel mercato del gaming, a breve lancerà quello che può essere definito come l’anello di congiunzione tra manualità, tecnologia ed esperienza ludica interattiva: Nintendo Labo. Vuoi saperne di più?
 


 

Un modo diverso di concepire il videogioco che riporta la centralità su di un materiale tra i più semplici e creativi che esistano in circolazione, ovvero il cartone.

I Toy-Con, giochi in cartone che prendono vita dai kit di Nintendo Labo.

I kit in vendita saranno composti da cartoni sagomati da staccare dai loro supporti, piegare secondo le istruzioni ed incastrare con i Joy-Con o con la console Nintendo stessa.

Tutto questo darà vita ai Toy-Con, giochi interattivi e creativi che mettono insieme la componente meccanica e manuale del cartone con quella tecnologica e sofisticata dei sensori dello Switch.

MONTA, GIOCA E SCOPRI: L’INNOVAZIONE PARTE DALLA CREATIVITÀ

Immagina di poter trasformare un semplice pezzo di cartone in qualcosa di diverso…Poi, aggiungi una console Nintendo Switch per portarli in vita!
dal sito Nintendo

Ogni kit è accompagnato da istruzioni di montaggio che guidano al corretto assemblaggio dei pezzi di cartone: con il primo kit si possono creare la macchina radiocomandata, la canna da pesca, la casa, la moto ed il piano. Il secondo kit, invece, include tutto l’occorrente per costruire un robot.

 

Contenuto del kit Nintendo Labo: sagome intagliate di cartone, elastici e adesivi. Per il montaggio non servono colla o forbici, ma tutto il materiale è incluso nella confezione.

 

Ma la genialità di Labo sta nella componente progettuale insita nel percorso interattivo che porta alla realizzazione dei Toy-Con.

Ad esempio per la macchina radiocomandata, dal punto di vista del design, non sarebbe stato complicato realizzare delle vere e proprie ruote di cartone, ma la scelta è invece ricaduta su due file di denti ondulati.

Il motivo è semplice: il movimento non sarebbe stato fluente ed uniforme come siamo abituati ad esperire con le normali macchinine in plastica, poiché è solo grazie alle vibrazioni dei Joy-Con e dai comandi impartiti con lo switch che il Toy-Con si muove.

Il gioco va sempre visto nel suo insieme, ovvero sagome di carta e software: il connubio tra queste due entità così differenti tra loro genera l’effetto di “nascondere” la tecnologia, facendola diventare il motore occulto di un’esperienza ludica più semplice.
 

Toy-Con macchinina radiocomandata.


 

Il ribaltamento che Labo opera nell’immaginario dei suoi fruitori è dirompente: invece di creare un mondo virtuale talmente perfetto da sembrare reale, si potranno creare oggetti reali che avranno un corrispettivo nel mondo digitale.

Labo offrirà dunque nel prossimo futuro la possibilità di mettere in pratica la cosiddetta “STEAM education”, acronimo di Science, Technology, Engineering, Art e Mathematic, connubio in cui si sviluppano la manualità, il ragionamento logico, l’inventiva e la creatività.

RITORNO ALLA MATERIA: IL CARTONE COME MATERIALE DEL FUTURO?

Per trasformare dei semplici pezzi di cartone in originali giocattoli dall’anima digitale, Nintendo ha dovuto investire moltissimo in sviluppo e progettazione, dal momento che l’assemblaggio avviene per incastro e piegatura, senza l’utilizzo di collanti.

 

La metodologia di progettazione e realizzazione del prodotto cartotecnico non si applica solo alla scatola, ma anche al prodotto stesso.


 

Infatti, le metodologie di realizzazione si avvicinano moltissimo a quelle impiegate da una industria cartotecnica: si concepisce il giocattolo, si progetta la struttura con la massima funzionalità, si realizzano le fustelle che indicheranno i tagli e le piegature, si offrono le istruzioni per assemblare il tutto. Ma il prodotto finale “esce dalla scatola” per diventare ciò che la scatola contiene: il gioco.

A differenza di LEGO, che utilizza i famosi mattoncini in plastica colorati per creare ed inventare, Labo offre la possibilità di essere compiutamente innovativi nella creazione di prototipi self-made, proprio per l’alta reperibilità della materia prima.

Il cartone, infatti, si adatta a svariati utilizzi perché è facile da montare e da trasportare, è personalizzabile con colori e disegni, è versatile ed ecologico e nello stesso tempo resistente alla compressione e all’umidità.

Lo sa bene Shigeru Ban, architetto giapponese vincitore nel 2014 del Pritzker, il più prestigioso premio d’architettura internazionale per le opere costruite con materiali riciclati, destinate ad ospitare i profughi e le vittime dei disastri naturali.

Il materiale privilegiato di Ban è il rotolo di cartone che, disponibile ovunque, costituisce la base per realizzare edifici destinati alla collettività in situazioni di emergenza: una sorta di architettura temporanea che sfida la permanenza monumentale delle grandi opere delle Archistar.

 

La Cattedrale di carta di Christchurch, Nuova Zelanda, ultimata nel 2013. © Fotografie di Stephen Goodenough (veduta frontale) e Bridgit Anderson (veduta interna).

In Italia ha progettato L’Aquila Temporary Concert Hall (LTCH), una sala concerti da 230 posti a sedere, per una rapida ripresa delle attività musicali in città dopo il terremoto del 2009. Nel 2013 in Nuova Zelanda, dopo un sisma di magnitudo 6,3 ha progettato la cattedrale di Christchurch, dalla facciata a triangolo composta da tubi di carta.

 

L’Aquila Temporary Concert Hall apre il 7 maggio del 2010, dopo il terremoto del 2009.  © Fotografie di Didier Boy de la Tour.

Ritroviamo questo eclettico materiale anche nelle installazioni artistiche di Evol, street artist berlinese che utilizza i cartoni recuperati per strada per ricreare edifici e paesaggi urbani, utilizzando stencil e bombolette spray. I suoi lavori si possono visitare nella mostra Housing presente fino al 31 marzo la Galleria del Cembalo di Roma.

 

Due opere di Evol. Fotografie tratte dal sito evoltaste.com

Arte, architettura, gioco, mobili, arredi e moltissimo altro ancora.

Il cartone sta forse diventando imprescindibile per una società che fa della temporaneità la cifra del suo tempo?